Complete Concise
Contenuto del capitolo
Parabole della pecora smarrita, e il pezzo d’argento. (1-10) Il figliol prodigo, la sua malvagità e angoscia. (11-16) Il suo pentimento e perdono. (17-24) Il fratello maggiore offeso. (25-32)
Commento a Luca 15:1-10
(Leggi Luca 15:1-10)
La parabola della pecora smarrita è molto applicabile alla grande opera di redenzione dell’uomo. La pecora smarrita rappresenta il peccatore come partito da Dio, ed esposto a certa rovina se non riportato a lui, ma non desideroso di tornare. Cristo è premuroso nel riportare a casa i peccatori. Nella parabola del pezzo d’argento perduto, ciò che è perduto, è un pezzo, di piccolo valore rispetto al resto. Eppure la donna cerca diligentemente finché non lo trova. Questo rappresenta i vari mezzi e metodi di cui Dio fa uso per riportare a casa le anime perdute e la gioia del Salvatore al loro ritorno a lui. Come dovremmo dunque stare attenti che il nostro pentimento sia per la salvezza!
Commento a Luca 15:11-16
(Leggi Luca 15:11-16)
La parabola del figliol prodigo mostra la natura del pentimento e la disponibilità del Signore ad accogliere e benedire tutti coloro che ritornano a lui. Essa espone pienamente le ricchezze della grazia evangelica; ed è stata, e sarà, mentre il mondo è in piedi, di indicibile utilità per i poveri peccatori, per dirigerli e incoraggiarli a pentirsi e tornare a Dio. È male, e l’inizio del peggio, quando gli uomini considerano i doni di Dio come debiti dovuti a loro. La grande stoltezza dei peccatori, e ciò che li rovina, è, essere contenti nel loro tempo di vita per ricevere le loro cose buone. I nostri primogenitori hanno rovinato se stessi e tutta la loro razza, con una stolta ambizione di essere indipendenti, e questo è alla base del persistere dei peccatori nel loro peccato. Possiamo tutti discernere alcune caratteristiche dei nostri personaggi in quello del figliol prodigo. Uno stato peccaminoso è di partenza e di distanza da Dio. Uno stato peccaminoso è uno stato di spesa: peccatori intenzionali misemploy loro pensieri e le potenze delle loro anime, spendere male il loro tempo e tutte le loro opportunità. Uno stato peccaminoso è uno stato di mancanza. I peccatori vogliono il necessario per le loro anime; non hanno né cibo né vesti per loro, né cibo per l’altra vita. Uno stato peccaminoso è uno stato vile e servile. Il compito dei servi del diavolo è quello di provvedere alla carne, di soddisfare le sue concupiscenze, e ciò non è meglio che nutrire i porci. Uno stato peccaminoso è uno stato di costante malcontento. La ricchezza del mondo e i piaceri dei sensi non soddisferanno nemmeno i nostri corpi; ma cosa sono per le anime preziose! Uno stato peccaminoso è uno stato che non può cercare sollievo da nessuna creatura. Invano gridiamo al mondo e alla carne; hanno ciò che avvelenerà un’anima, ma non hanno nulla da dare che la nutrirà e la nutrirà. Uno stato peccaminoso è uno stato di morte. Un peccatore è morto nei falli e nei peccati, privo di vita spirituale. Uno stato peccaminoso è uno stato perduto. Le anime che sono separate da Dio, se la sua misericordia non impedisce, saranno presto perse per sempre. Lo stato miserabile del prodigo, oscura solo debolmente la terribile rovina dell’uomo a causa del peccato. Eppure, come pochi sono sensibili del proprio stato e carattere!
Commento a Luca 15: 17-24
(Leggi Luca 15:17-24)
Dopo aver visto il prodigo nel suo abietto stato di miseria, siamo prossimi a considerare la sua guarigione da esso. Questo inizia con la sua venuta a se stesso. Questo è un punto di svolta nella conversione del peccatore. Il Signore apre gli occhi e lo convince del peccato; poi vede se stesso e ogni oggetto, in una luce diversa da quella che ha fatto prima. Così il peccatore convinto percepisce che il servo più cattivo di Dio è più felice di lui. Guardare a Dio come a un Padre, e Padre nostro, sarà di grande utilità nel nostro pentimento e tornare a lui. Il prodigo si alzò, non si fermò finché non raggiunse la sua casa. Così il peccatore pentito abbandona risolutamente la schiavitù di Satana e delle sue concupiscenze, e ritorna a Dio con la preghiera, nonostante le paure e gli scoraggi. Il Signore lo incontra con segni inaspettati del suo amore perdonatore. Di nuovo; la ricezione del peccatore umiliato è come quella del prodigo. Egli è vestito della veste della giustizia del Redentore, reso partecipe dello Spirito di adozione, preparato dalla pace della coscienza e dalla grazia evangelica per camminare nelle vie della santità, e banchettato con consolazioni divine. Principi di grazia e santità sono operati in lui, per fare, così come per volere.
Commento a Luca 15:25-32
(Leggi Luca 15:25-32)
Nell’ultima parte di questa parabola abbiamo il carattere dei farisei, anche se non solo di loro. Essa espone la gentilezza del Signore, e il modo orgoglioso in cui la sua benignità è spesso ricevuto. Gli ebrei, in generale, hanno mostrato lo stesso spirito verso i Gentili convertiti; e i numeri in ogni epoca oggetto di Vangelo e dei suoi predicatori, sullo stesso terreno. Che cosa deve essere quel temperamento, che suscita un uomo a disprezzare e aborrire coloro per i quali il Salvatore ha versato il suo prezioso sangue, che sono oggetti di scelta del Padre, e templi dello Spirito Santo! Questo nasce dall’orgoglio, dalla preferenza di sé e dall’ignoranza del cuore di un uomo. La misericordia e la grazia del nostro Dio in Cristo, brillare quasi come luminoso nel suo tenero e dolce cuscinetto con santi peevish, come il suo ricevere peccatori prodighi sul loro pentimento. È l’indicibile felicità di tutti i figli di Dio, che si tengono vicini alla casa del loro Padre, che sono e saranno sempre con lui. Felice sarà per coloro che accettano per fortuna l’invito di Cristo.